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In questo "mare aperto" l'autrice affronta un viaggio attraverso le scritture che, seguendo le stagioni di un calendario fantastico, prendono le forme del racconto, della lettera aperta, del viaggio sentimentale, della poesia, del testo per un artista figurativo. Così, per forza di scrittura, questo mare aperto si popola di immagini e accanto ai paesaggi ritrovati sorgono anche quei non paesaggi, vergini e sorprendenti, che costituiscono la meta del viaggio di Marosia: "nemmeno detriti né cose disfatte per vento per tempo nemmeno tempeste nemmeno guardiane custodi di soglie nemmeno al di qua al di là della vita né luoghi sacri né sacri nemmeno radici recise poi incise nè fibre scavate [...] in questo mare mai stanchi di di partire."