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Michele Mari ha affrontato, con la sua penna a china, due monumenti poetici quali i "Sepolcri" foscoliani e il "Furioso" ariostesco. Reincarnate nelle forme leggere del fumetto, i versi si arricchiscono di un metatesto inusuale. Machiavelli che, a proposito dell'"alterna onnipotenza delle umane sorti" ripensa a Tito Livio, e il cuore di Medoro che sgambetta ansimante sono soltanto due dei personaggi che danno vita, sul palcoscenico della pagina, a un imprevedibile spettacolo.