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La vena persistente di un dramma interiore sembra percorrere la poesia di Alessandra Giordano.[...] Il dramma si legge in quel continuo chiedere e interrogare, che è tutto rivolto all'oltre, all'altro, come domanda riflessa e rigenerata nello specchio della sensibilità e della memoria. È l'altro il vero protagonista, infine: un altro non necessariamente identificato o identificabile, ma vivo in fondo all'anima: un "tu" dualistico, talvolta ossessivo, terribile e splendente.[...] Il "lui" è di volta in volta "le sue mani", "un soffio di vento", o l'"aratro" che incide e feconda il seme o il "mare che avvolge", che respira. Lei è il vuoto che attende per antico mistero d'essere colmato, per congiungere il finito all'infinito. (Giorgio Agnisola)