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"Con il "De profundis" Salvatore Satta istruisce un solitario processo sull'ultimo quarto di secolo della storia italiana e, in particolare, sul suo quinquennio conclusivo. Il volume - dichiaratamente non politico e dal tono dolorosamente meditativo - offre una prospettiva diversa e antagonista rispetto a quella "giustificazionista", cui siamo abituati, nell'analisi del fascismo e della seconda guerra mondiale. Obbliga a un estraniante sguardo dall'alto, a una resa dei conti di ciascuno con la propria coscienza, con le responsabilità individuali e le vicende collettive di quegli anni." (dalla Prefazione di Remo Bodei)