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Arrivato in Sardegna nella primavera del 1834, durante il soggiorno tra la fine del mese di aprile e gli inizi di giugno, Valery sperimenta la solida pienezza e il leggiadro splendore di un'isola incontaminata e fino ad allora ignorata dagli adepti del Grand Tour. Una folla di personaggi, un'ampia esposizione di quadri d'ambiente con vivide rappresentazioni di colore locale vivacizzano la trama di quest'opera magistrale, che, ancora oggi, consente al lettore un utile approccio all'originalità della storia e degli ancestrali costumi della Sardegna. «Ho cercato di descrivere le premure, la grazia dell'ospitalità corsa...; ma c'è in questa ospitalità qualcosa della vanità francese. L'ospitalità sarda ha tutto un altro carattere: essa è, se si può dirlo, più primitiva, più antica, più semplice, più universale».