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Il romanzo è ambientato in un'immaginaria, piccola, stazione ferroviaria in collina dell'entroterra catanese durante il secondo conflitto mondiale. Benito, un ragazzo di sani principi morali, dal cuore puro, primo dei cinque figli del casellante, avverte il grave avvicinarsi della tragedia della guerra quasi in un'atmosfera divinatoria densa di oscuri presagi. Nella piccola comunità siciliana, infatti, scaturiscono una serie di vicende umane dalle quali emergono le caratteristiche di un sistema di vita paesana arcaico e pieno di insanabili superstizioni. Sono gli stessi protagonisti a narrare il susseguirsi delle vicende belliche, immersi nei ricordi di vita dello stesso autore e delle persone a lui più vicine. La storia di quel triste periodo scorre così in un veloce ricordo che dai campi di concentramento arriva fino alla tragedia della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, passando per il terrore dei bombardamenti, le sofferenze per la fame e l'incerta prospettiva di un futuro di pace. Il romanzo vuole anche essere un messaggio che implora l'amore tra i popoli, che tutto unisce nella speranza che un giorno il sole possa tornare sui volti provati da tanta sofferenza.