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"Un libro double face, una doppia lettura. (...) Del resto, Alberti e Bombaci sono abituati a narrare: il primo attraverso il pianoforte e le superbe, sensibili interpretazioni che realizza di pagine della musica antica, classica e contemporanea; il secondo, acuto esponente del mondo sindacale, usando il linguaggio con virtuosistica abilità e certosina precisione. (...) Alberti usa principalmente l'aforisma e si cela dietro il mistero delle frasi, che poi è quello del suono, della musica stessa, aperta a molteplici livelli di interpretazione metalinguistica. Bombaci taglia i versi con chirurgica precisione, usa i vocaboli con cura assoluta e non manca di portare una vasta cultura dentro il suo universo poetico senza appesantire la trama o soffocare l'ispirazione. Al di là del dato autobiografico, in fondo connaturato all'idea stessa di poesia, c'è un aspetto capace di accomunare Alberti e Bombaci ed è il sogno, inteso come speranza e sguardo al futuro e al passato, sotto il quale si nasconde una gioia di vivere, una voglia di assaporare emozioni che diventa la sostanza stessa delle loro poesie." (Maurizio Franco)