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Claudio Pasi mette in versi - a un tempo regolari e mossi - morceaux di vite a noi prossime, esperite fino alla resa più completa e dolorosa. L'autore tocca il nervo che pulsa, anche quando fa più male; e attinge, a motivo di risarcimento, la «celeste dote» presupposta dal titolo: chi temevamo di aver perduto ci è qui restituito nella sua forma più propria e definitiva.