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Guerra 1915-18. Fronte meridionale Ortles-Cevedale. I soldati imperiali sono attestati, dalla primavera 1918, sulla vetta del S. Matteo e dominano la Valfurva ed il Passo del Gavia. Gli italiani organizzano, con meticolosità, il piano di conquista del monte. Con cinque colonne, nella limpida mattina del 13 agosto 1918, con rapide e formidabili azioni e con limitate perdite un centinaio di Alpini mettono piede sulla vetta. In molte giornate di duro lavoro predispongono postazioni di difesa, trincee e gallerie nel ghiaccio ove posizionano baracche per alloggiamenti e munizioni. Ma la sera del 3 settembre, dopo un intenso bombardamento sulla cima, 400 Kaiserschützen partono dal Giumella per riconquistare il San Matteo perduto, coperti da una densa nebbia. Le fasi della battaglia sono rapide ma molto cruente. Alla fine resteranno sul campo un centinaio di uomini, tra cui il Capitano degli Alpini Arnaldo Berni travolto da immensi blocchi di ghiaccio nella galleria ove, con i suoi uomini, si riparava. Il San Matteo è ormai considerato un "Sacrario", con i corpi di circa 50 uomini - per lo più Alpini italiani - che giacciono ancora intrappolati nei ghiacci della sua vetta.