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Malatesta fu sempre restio a scrivere le sue memorie nonostante le pressioni di amici e compagni di partito. Riteneva molto più utile impegnarsi nella propaganda per la rivoluzione, senza vivere di propaganda. Era convinto che "il più grande pericolo per il movimento operaio è la tendenza dei leaders a considerare la propaganda e l'organizzazione come un mestiere". Il rifiuto dell'autobiografismo era anche rifiuto dell'eccesso di individualismo, a difesa dei principi anarchici anti-personalistici. Questo volume raccoglie brani tratti da lettere ad amici, da autodifese nei processi, da articoli di giornale. Scritti di carattere pubblico, dunque, che prospettano azioni da compiere nel futuro e spiegano perché quell'autobiografia non fu mai scritta.