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Scomparsi alla fine del Settecento, con la secolarizzazione decretata dal "re sagrestano", gli eremiti del Trentino hanno lasciato traccia, oltre che negli Atti visitali (le relazioni seguite alle visite pastorali) nelle cappelle tra i boschi o tra i campi accanto alle quali vissero. Non sempre in povertà ed obbedienza, non tutti da buoni cristiani. Eppure, la loro storia sembra aver affascinato i lettori del Duemila e l'interesse per queste storie di "poveri cristi", di questi "fratelli del bosco" va forse cercata tra le pieghe della curiosità e della riscoperta del sacro, alimentate dagli stessi refoli che, sul versante opposto, amplificano le ondate della secolarizzazione.