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Dieci racconti e tanti personaggi: giovani, anziani, donne e uomini, migranti, sportivi, autori in cerca di ispirazione... è una "varia umanità", tratteggiata con penna ironica e mai banale, giocando con la lingua e le parole - musicalità, struttura, significati e significanti - per scoprire in esse, con esse, nuove realtà e nuovi percorsi. Ricchi di particolari, dettagli, rifiniture e minuzie, sono partoriti da un ingegno letterario apparentemente speculativo, ma che non si accontenta delle astrazioni con cui è possibile condire il reale. Il reale, pare suggerire l'autore, non si percepisce semplicemente perché vi apparteniamo, ma necessita di un supporto in cui proprio quelle situazioni devono incardinarsi per favorire lo svolgimento di una trama. Ora, a Fergnani interessa davvero la trama, o è forse l'esplorazione a catturarlo, come quando ammettiamo che talvolta è più importante il viaggio della destinazione? Tutto lascia pensare che vi sia alla base della raccolta qualcosa di più recondito della rappresentazione del reale. Vi si scorge l'idea di un punto di arrivo che i protagonisti, o buona parte di essi, si sforzano di raggiungere ben sapendo dei molti limiti esistenti.