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Un corpo, un frutto, un fiore, un bambino, un pesce, un cavallo, una vecchia fotografia fotografata nella neve. L'artista messicana raccoglie nelle sue immagini frammenti dispersi, frammenti di quotidianità, talvolta malinconici, talvolta dolorosi, del suo paese d'origine, il Messico, e della sua memoria; ci fa percepire tutta la sensualità e anche tutta la fisicità dei corpi e degli sguardi, tutta la nostalgia per un mondo che va inevitabilmente perdendosi nella grande deriva dell'omologazione. Il suo è un linguaggio che col trascorrere del tempo ha attinto non la semplicità quanto la segreta complessità della rappresentazione. Un linguaggio che è puro teatro.