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In una situazione conviviale, argomentando intorno all'agire politico, Silvana dice: "All'interno della dimensione istituzionale puoi realizzare solo una parte infinitesimale delle tue idealità, ma al di fuori di quell'ambito tale possibilità è ridotta a zero". La sua autobiografia rappresenta e sviluppa esattamente questa tensione tra istituente e istituito: il riferimento costante ad un impeto evolutivo e trasformativo mai scotomizzato e la ricerca di un pragmatismo comunque ritenuto necessario; l'integrazione delle proprie azioni nella configurazione partitica collettiva e la contemporanea focalizzazione sulla soggettività e la differenza; i Congressi e il Parlamento, ma anche l'animalismo, la questione ebraica, quella palestinese e quella femminile; il fuoco riscaldante e a tratti dispersivo del Movimento, delle rivolte studentesche e operaie, delle elaborazioni libere condivise all'interno del circolo Vecchioli e la terra concreta, ma a volte secca e dura, o scivolosa, della questione partitica, tra scissioni e ricomposizioni.