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È nato in una città devastata da una guerra infinita, dove ogni minuto potrebbe essere l'ultimo. Ha respirato - a ogni attentato, a ogni bombardamento - inquietudine e paura. E un giorno, come migliaia di altri giovani dell'Afghanistan, ha deciso di partire. Affidando soldi e speranze a quella rete di mercanti di uomini che assicura ai migranti un illusorio "viaggio tranquillo". Sono stati invece mesi terribili, quelli che Fawad racconta in questo libro-verità, pieni di amarezza e dolore, ma anche di speranza. Fino al sofferto arrivo in un Paese dove oggi può ammirare montagne molto diverse da quelle di Kabul, ma altrettanto belle. Perché hanno il sapore della libertà.