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Un ragazzo filippino (di madre siciliana) si vergogna della propria nazionalità e della propria bassa estrazione sociale; a scuola, in California, si fa passare per un nobile di origine portoghese. È bello, è molto intelligente, è omosessuale. Ricercatissimo nelle feste, comincia a farsi pagare per le sue prestazioni; amanti ricchi, vestiti firmati, droga, macchine di lusso. Ma qualcosa non va nella sua testa. Si innamora di un ragazzo di Minneapolis, un banale impiegato, con cui si abbandona a giochi sadomaso; il "giro" lo abbandona, comincia ad avere problemi economici. Senza capire come, né perché, uccide il povero ragazzo che ama. Da lì partono i "tre mesi di febbre" di cui parla questo libro: Andrew Cunanan, il giovane e bel filippino, diventa un temuto assassino seriale, degli uomini ricchi (i "maschi alfa") che ha conosciuto e che a suo tempo lo hanno aiutato. La sua ultima vittima, però, è un uomo che lui forse non ha conosciuto mai, lo stilista italiano Gianni Versace. Forse ha voluto uccidere l'icona di successo, il rappresentante di quel glamour internazionale che ha sempre invidiato. O forse le ragioni erano più misteriose, non lo sapremo mai: Cunanan viene ucciso dalla polizia dentro una casa galleggiante, in circostanze cbe lasciano più di un dubbio. Che qualcuno, magari, abbia voluto farlo tacere. Gary Indiana, più che insistere sul giallo, ci offre un ritratto veritiero e impietoso della fragilità umana di un serial killer, e della "società delle apparenze" che lo circonda.