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Il profumo della memoria. Una storia di luoghi, di sentimenti, di paesaggi dell'anima si dipana in questa storia, che sa del particolare vissuto e, insieme, di uno sguardo sul passato di ciascuno. "Il cancello era stato ridipinto da poco, il viale era sempre lo stesso, qualche buchetto qua e là che lo scorrere lento dell'acqua piovana aveva reso ancor più profondo." La narrazione in prima persona conferisce immediatezza espressiva e realismo al racconto, elementi coniugati ad una piacevole leggerezza dello stile e resi tanto più efficaci dal ricorrere, inframmezzato in più luoghi, di espressioni dialettali che rendono il senso di una umanità condivisa all'interno di un mondo che sembra, ma si tratta di un'illusoria impressione, ancora immune dall'urgere della modernità (sono questi, per esempio, i capitoli dedicati alla rievocazione del terremoto del '68, rivissuto secondo la prospettiva di una catastrofe insieme fisica, culturale e antropologica). È la chiara dimostrazione di come la Storia non solo percorra le grandi arterie degli eventi, ma riveli il proprio senso, le proprie verità, ed il proprio fascino, anche nel declinarsi, quotidiano, del vissuto personale dell'uomo.