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E' qui, adesso, l'isola che non c'è. Anzi, l'isola che c'è, la realtà che rifugge l'utopia e l'astrazione, tra i clacson che suonano per una volta non insopportabili ad ogni semaforo, su ogni strada, in ogni piazza. E' nell'allegria di chi esce di casa per settimane con la sciarpa giallorossa al collo, nei ragazzini che scoprono che è bello diventare tifosi della squadra della propria città, nel contagio dei turisti che cercano la maglia di Batistuta più delle riproduzioni del Colosseo, nella concretezza dei numeri che accompagnano quella che un giorno chiamavano "Rometta": una squadra capace di battere qualsiasi record in campo ma anche fuori, con i miliardi di valore consolidato e gli introiti legati al merchandising. Ecco l'isola del tesoro.