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La poetica di Guido, maturata già da giovanissimo, come dimostrano i lavori risalenti agli anni universitari, muove dal rifiuto dei linguaggi architettonici più normativi e degli stereotipi figurativi, quelli improntati ad una visione euclidea e/o cartesiana, per indagare le possibilità espressive di spazialità irregolari e dissonanti. Le personali riflessioni svolte sugli etimi dell'Espressionismo, rivisitato alla luce delle sollecitazioni provenienti dal dibattito architettonico attuale, danno vita a una densa produzione, fatta di volumi alterati e spazi scomposti, in cui le deroghe e le trasgressioni, frutto sicuramente di un'ansia intellettuale, ambiscono altresì a riflettere e sintonizzare l'opera sul precario, discontinuo svolgersi della vita.