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Così oggi, come da sempre, il dialogo è il luogo d'incontro e del confronto, lo spazio dove incontrare significa parlare, disputare, mettere al vaglio le proprie idee per riflettere e, se necessario, per cambiare, insieme. Questo quello su cui l'anima del nostro tempo, quell'incline ad essere immersa nella cultura del fare, dimentica del suo stesso io, che rischi di vedere l'utile come unico bene, intreccia un dialogo con Agostino, il maestro dell'onesto pensare a partire dall'esistenza quotidiana. Può una vita spesa nella completa dimenticanza di se, che privilegi il mondo e l'io, dirsi compiuta? Può una vita fondata solo sull'utile quale unico valore all'interno di una teoria consequenzialista essere felice? O occorre tornare ad un orizzonte più complesso e "tradizionale", dove il nuovo non è sinonimo di meglio? Questo ciò su cui l'onesto pensare si deve interrogare ieri come oggi: come poter essere felici.