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Un nome, "strada Giorgio Devalle", sulla targa di una via della collina di Moncalieri, presso Torino. Nessun'altra indicazione, segno forse di uno sfumare della memoria nella dimenticanza. Da fragili indizi muove la ricerca sulle tracce di Giorgio Devalle prima e dopo la deportazione. Tracce che conducono a tante soglie: quella della storia (i silenzi sul suo arresto, la perdita dei registri del "Braccio tedesco" delle carceri di Torino); quella degli archivi, materiali e testimoniali, della famiglia, custode della sua memoria; le testimonianze sulla sua figura di antifascista: poche, intense pagine che rimandano alla "resistenza civile" nella Torino occupata dai nazisti e nei due Lager della sua deportazione, Mauthausen e Melk. Di questi margini si compone il libro - e un film in tre minuti che lo accompagna in rete - esito dei seminari del "Progetto Memoria" nato nelle Scuole superiori di Moncalieri per studiare il fenomeno concentrazionario nazifascista. Un libro scritto a scuola dunque, che aggiunge, alla didattica sulla deportazione, la pratica del dialogo degli studenti con la specificità del loro territorio come chiave di apertura alla storia universale.