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L'opera si compone di due parti; nella prima l'autrice si propone - con l'aiuto di testimonianze scritte e a stampa - di delineare la storia della biblioteca Sessoriana di Roma, dei Cistercensi della Congregazione di S. Bernardo in Italia. Il primo capitolo è dedicato al vaso di consultazione e deposito affrescato da Giovan Paolo Panini e al monumentale atrio ideato, come l'edificio biblioteca, da Sebastiano Cipriani, con il busto di Benedetto XIV, opera di Carlo Marchionni ad elemento centrale della composizione decorativa. Nel Settecento l'arredo era impreziosito da dipinti di celebri artisti e tra questi Pieter Paul Rubens, da medaglie e rare antichità, e da "scanzie di radice di noce bellissima" nelle quali erano custoditi codici dalla storia millenaria, come il Sess. 55, il più antico testimone delle Confessioni di s. Agostino. La vita autonoma della raccolta libraria - iniziata con il nucleo di 171 manoscritti acquisiti nel XVII secolo da Ilarione Rancati nei monasteri cistercensi italiani - si concluse con la destinazione di 553 codici, negli anni 1875-1885, alla Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II di Roma. Nell'indagine è illustrato un percorso di recupero che idealmente ricompone la storia delle testimonianze, seguendone le tracce tra le sedi italiane e straniere che conservano gli oltre 600 manoscritti storicamente appartenuti al monastero di S. Croce in Gerusalemme. Indici a cura di Riccardo Catilli.