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È la forza di farsi anche portatrice di luce, cantando mondi di colore dopo i giorni neri di un'incauta esistenza - la materia scura di cui è fatta la vita - che fa della voce dell'anima di Gianfranco Palermo un grido imploso, un sussurro poetico. Queste sono poesie semplici, lievi come il tintinnio che rilascia il cristallo fino ad assottigliarsi in silenzio, in metafore delicate e mai ardite, che attingono spesso dalla natura, fatta di cielo sole e farfalle, di scie lasciate dagli odori del vento; dall'umanità che i poeti indossano, fatta di lontananze, carezze e tanta anima.