Tab Article
«Francesco Gabellini scrive in un dialetto riccionese che non ha precedenti notevoli... Direi tuttavia, che. proprio questa apparentemente svantaggiata origine, offre al dialetto riccionese di Gabellini, una interessante assenza di prospettive (dunque una conseguente sensibilità essenziale): un'aria, non so, di strettezza vitale, di inganno e frustrazione dolcemente ninnate sulle strade, una transizione della gioventù che non riesce ad orientarsi: un sentirsi supplicanti e nello stesso tempo teneri nel cuore dell'essere che soffoca tra le tacce e gli aspetti della via Adriatica. Pochi elementi, bruschi e consumali, compongono il paesaggio della sua poesia, pochi e scoraggianti, attraverso una strada che ha per unici testimoni il mare e la paura.» (Dalla Premessa di Luca Cesari)