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Con le parole, con le immagini, con la musica. Per diffondere tra gli uomini il messaggio inviatole da Dio Ildegarda di Bingen si affida al valore razionale e speculativo delle parole, ai colori vivi e brillanti delle miniature che accompagnano i suoi scritti, ai suoni tersi e melodiosi che rendono l'anima vibrante. E mentre le parole e le immagini coinvolgono l'uomo in quanto essere sensibile e razionale, la musica si rivolge alla sua componente divina, risveglia in lui il ricordo e la nostalgia dell'armonia di cui godette prima del peccato, ed anticipa per brevi istanti la gioia ineffabile della beatitudine. Nell'Ordo virtutum, dramma liturgico fra i più antichi, nato verso la metà del XII secolo dall'ispirazione di Ildegarda di Bingen, le personificazioni delle Virtù seguono con trepidazione i passi incerti dell'Anima, gioiscono del suo avvicinarsi, piangono il suo allontanarsi, rintuzzano con voci melodiose i subdoli attacchi del Demonio, che le accusa di non sapere chi esse siano, poiché il loro grembo rimarrà sterile e non potranno per questo adempiere al ruolo di mogli e di madri conferito loro dal Creatore. Di fronte all'ottusità del Diavolo, incapace di concepire alcunché di diverso dalla terrestrità, le Virtù dispiegano la visione armonica del loro regno e della loro potenza, la luce, i profumi, il rigoglio di un'esistenza dedicata all'amore sovraterreno. Chi potrebbe mai resistere a queste immagini? Anche Anima, ferita e delusa dall'abbraccio del mondo, trova in esse conforto e speranza, nuova forza per la sua voce e nuove melodie per il suo canto.