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Un libro della memoria, a metà strada fra "autobiografia" e "storia". La testimonianza di un cappellano del Lavoro del "Gruppo di Pozzomaggiore": Don Fiori, il battagliero "prete-operaio" delle miniere di Ingurtosu e dell'Argentiera, che nei primi anni del dopo guerra infiammò i comizi elettorali, usando il linguaggio di Savonarola contro il linguaggio staliniano di Renzo Laconi e di Velio Spano. Don Salvatore Fiori, il rivoluzionario "pretino" di Pozzomaggiore, il ribelle corsivista di "SassariSera" che si batteva affinché ai sacerdoti fosse concesso il sacramento del matrimonio. Prefazione di Francesco Masala.