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"Ci siamo chiesti, eredi dei fatti terribili della seconda guerra, come pensare dopo Auschwitz, quale Dio invocare dopo Auschwitz. Ma la vicenda di Etiy, una giovane ebrea olandese che ha per scenario esistenziale quei tempi tragici, sembra richiamare l'attenzione al questionante: chi è l'uomo che interroga Dio e la sua assenza, quale uomo è potuto giungere fino ad Auschwitz, e soprattutto quale uomo potrà ricostruire i tempi nuovi dopo Auschwitz. Quegli uomini eravamo e siamo ancora noi, io e te, con tutta l'oscurità e la luce che portiamo nel cuore, con le oscure, terribili potenzialità del male e le immense capacità di redenzione, di comprensione, di amore."