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Sin dagli inizi, l'esperienza teatrale di Franco Ungaro ha un respiro internazionale, cominciando dagli studi con il professor Ferdinando Taviani all'Università di Lecce che orienta i suoi corsi sulle avanguardie teatrali del Novecento, da Mejerchol'd a Stanislavskij, da Barba a Grotowksi, per continuare dagli anni Ottanta e Novanta con le lunghe e quotidiane frequentazioni dei teatri milanesi, l'organizzazione delle tournée all'estero di Teatro Koreja, i numerosi inviti a convegni e festival internazionali, fino alla nuova esperienza come fondatore e direttore dell'Accademia Mediterranea dell'Attore. Attraversando le pagine del libro, immergendosi nei tanti dettagli di questo ininterrotto diario di bordo, è facile intuire come il riferimento spaziale all'Oriente richiami non solo le mete dei viaggi - nella stragrande maggioranza, Europa dell'Est, Asia e Medio Oriente - ma quel discorso "a latere", quell'ampiezza di sguardo che unisce il rigore della critica alla sensibilità verso le questioni e le suggestioni dei «teatri del mondo».