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Fu forse nel 1501 che, per la prima volta nel secolo XVI, una squadra navale turca risalì tanto il Mar Tirreno da portarsi fino all'altezza dell'Arcipelago Toscano. Invero, oltre a quella citata, non conosciamo altre fonti in grado di confermare l'episodio, che si sarebbe concluso con la devastazione di Pianosa, ma è un fatto che, proprio a partire dagli albori del secolo, le rotte, anche le più alte, del Mediterraneo occidentale e le stesse coste, dalla Calabria alla Liguria alla Provenza alla Catalogna, e le isole, dalla Sicilia alla Corsica all'Elba alle Baleari, cominciarono ad essere minacciate con sempre maggior frequenza e pericolosità dalle navi della Grande Porta. Esse recavano sulle loro prue lo slancio espansionistico di un impero che, dopo aver definitivamente piegato, nel 1453, l'orgoglio di Costantinopoli e conquistato gran parte della penisola balcanica e la Grecia, si proiettava, ora, verso nuovo orizzonti. La risorta aggressività ottomana, destinata a sottomettere entro il 1522 la Siria, l'Egitto e l'isola di Rodi, coinvolse ben presto i potentati islamici dell'Africa del nord, sorti nel Medio Evo e tradizionalmente dediti alla guerra di corsa e alla pirateria.