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"Hora est" soleva dire don Vittorio Fabris e "uomo di Dio" qual era si dedicò con tutte le forze al sacramento della Confessione, convinto che il potere divino di rimettere i peccati è l'unica via per ristabilire le anime nella grazia di Dio. La devozione eucaristica, poi, e quella mariana sono state i pilastri della sua fedeltà sacerdotale e la fonte del suo agire ministeriale. Altrettanto importante è stata la sua coscienza di annunciatore della Parola di Dio. Senza l'esempio di una vita trascorsa intensamente e conformemente agli insegnamenti del Vangelo, quello che si predica non può avere alcuna efficacia. Lavorare instancabilmente per la missione per cui era stato consacrato implicava un impegno altrettanto grande per le missioni, i missionari e le vocazioni di speciale consacrazione. Pertanto bisognava essere "forti nella Fede" - come ammonisce l'apostolo Pietro - e "tendere costantemente alla santità" affidandosi a Colei che è la Madre dei sacerdoti e della Chiesa.