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Come si ottiene e come si mantiene il potere? Come si forma la legittimità e come si ricava il consenso? Con questo saggio, pubblicato per la prima volta nel 1942, Ferrero tenta di rispondere a queste domande su cui ancora oggi, di fronte alla crisi di legittimità patita dalle democrazie occidentali, dibattono i più eminenti pensatori. «Potere» vuole indagare proprio quell'ambiguo rapporto che, di epoca in epoca, si insatura tra dominati e dominanti, e sui problemi posti dalla mancata sintonia tra le istituzioni e i bisogni del corpo sociale. Muovendo da una concezione élitista Ferrero riconosce che il potere è sempre in mano a una minoranza che lo esercita di fronte a una maggioranza disorganizzata, ma aggiunge anche che le élite devono sempre rispondere a dei principi di legittimità che «si alternano da un'età all'altra, non perché si possa provare che il più recente è migliore del precedente, ma perché si adatta meglio, nonostante tutti gli inconvenienti, all'orientamento spirituale dominante». Il potere infatti non è mai privo vincoli, ma «diventa legittimo e libero dalla paura, soltanto per il consenso, attivo o passivo ma sincero, di quelli che devono obbedire». Introduzione di Luca Giannelli.