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Le radici di questo romanzo sembrano prescindere le intenzioni dell'autore. I ragazzi che vivono quest'avventura appaiono come la versione borghese del proletariato pasoliniano. Sono napoletani, hanno l'aura pura vestita da una ignoranza che diviene cappello culturale. Sono popolo, sono imprigionati in una storia loro malgrado. Sono guidati, ancora loro malgrado, da infiniti fili precostituiti. Sono marionette di sé stessi, condotti da altre mani, eppure, riescono, anch'essi senza consapevolezza, ad andare dove vogliono. L'autore, in questo romanzo, è un tutt'uno con la forma creata. Questo è un romanzo che ha diverse chiavi di lettura: storia di un matrimonio, relazioni parentali, percorso di crescita. Eppure sembra descrivere altro, a seconda della chiave di lettura scelta dal lettore. Sembra un tentativo di liberazione dai nostri vincoli. Qualsiasi essi siano, ovunque noi viviamo.