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Dopo aver lasciato gli studi di medicina per dedicarsi al giornalismo Salvatore Di Giacomo si fece interprete di quello che amava definire il "verismo sentimentale", cioè una scrittura capace di cogliere nella miseria impercettibili sfumature, elementi che sfuggono all'occhio poco allenato. E "Mattinate napoletane", apparso per la prima volta nel 1886, è rappresentazione viva di questo spirito narrativo. In queste quindici novelle, mescolando storie bizzarre, come quella del canarino poeta, ad altre decisamente più comuni, come quella di Fortunata, la fiorista accoltellata dal marito geloso, Di Giacomo accompagna il lettore per i vicoli pullulanti di vita realizzando un preciso e crudo ritratto di quella che il medico svedese Axel Munthe definì «la città dolente»: la Napoli di fine Ottocento. Prefazione di Marco Perillo.