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Poetessa dell'eccesso, in questo libro Silvia Canonico traccia un diario di vita sfrenata, vissuta ai margini della strada, un'atmosfera alienante e provocatoria degna della più celebre cultura underground. Un'articolata sequenza tra romanzo e poesia, una sensualità sudicia che si è sporcata vivendo il furore di tramonti irripetibili, di sbronze colossali e fughe chimiche dalla realtà ai piedi di un burrone cupo dove l'autrice danza sul bordo in una scatenata estasi dei sensi. Il suo è un anticonformismo paradossale che devasta, il malessere dello scrittore moderno che impronta il fulcro del discorso attorno a sé, un "io" segnato e sofferente che diviene musa spietata e allo stesso tempo vulnerabile per rinascere sempre più forte.