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«Questa è una storia, la mia storia, ma è anche leggenda, è una biografia ma è anche testimonianza. Non è facile descrivere il presente lavoro, forse perché rispecchia la realtà ma contiene anche un po' di fantasia. Magari è più facile raccontare da dove nasce, da quale istanza prende vita. Nasce da un desiderio, quello di condividere la storia di un luogo e di un castello millenario, il Castello di Rosciano che, grazie al sogno e all'impegno caparbio di una famiglia, è tornato a vivere. Da anni avverto il bisogno di dare valore e giusta testimonianza al lavoro di chi ha contribuito alla rinascita del Castello, in particolare all'impegno e alle fatiche di Remo e Matteo Granocchia che, affiancati da Chiara, lo hanno rianimato. Rosciano da sempre ci ha catturato, stregato, trasformando e condizionando in tutti i sensi le nostre vite, orientandole verso percorsi imprevisti e appassionanti. Questo scritto è in primo luogo un tributo di gratitudine verso il Castello, ma anche un omaggio, pieno di nostalgia, agli anni lontani della mia infanzia, alla bambina che sono stata, ancora presente dentro di me, e poi agli anni dell'adolescenza e della giovinezza che si sono incrociati con le vicende del Castello. Filo conduttore dei racconti è, infatti, l'intreccio tra due storie e due destini, lontani ma simili: quello di una bambina in serie difficoltà fisiche e quello di un antico castello sepolto e addormentato da secoli. Due situazioni diverse che in un tempo particolare finiscono per incontrarsi, come se ognuna fosse in qualche modo destinata a salvare l'altra, a rimetterla in piedi...» (dalla Premessa di Fausta Ciotti)