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L'entrata impetuosa della Russia nella storia europea fu opera principalmente di uno zar che ereditando uno stato feudale, teocratico e seminomade, lo trasformò in nazione moderna. Pietro il Grande (1672-1725) dovette combattere tutta la vita contro nemici esterni - Svezia, Impero ottomano, Polonia - e interni, congiure di palazzo, del corpo ecclesiastico più tradizionalista e finanche dei suoi parenti più stretti, come la sorella Sofia o lo stesso figlio Alessio, che Pietro non esitò a condannare alla pena capitale. Trasferì la capitale da Mosca a Pietroburgo, da lui stesso fondata, modernizzò l'esercito, l'istruzione e la burocrazia. Quando morì, nel 1725, la Russia era divenuta una grande potenza estesa tra l'Europa e l'oceano Pacifico.