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"Questa poesia di Angelo Gaccione ha qualcosa di meravigliosamente carnale, di lievemente carnale, come se le immagini, e perfino i suoni, prendessero vita dal fiato caldo del paese. Non c'è una sola composizione che soffra di astrazione, tutte sono dense, anzi direi pregne, di un calore e di una coralità che, senza straripare in ripiegamenti nostalgici, trova il modo diretto di affabulare, fare sentire la necessità che lo ha spinto a cercare la lingua madre..." (dall'introduzione di Dante Maffia)