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Il Medioevo è fra noi. Percepito e sognato. Immaginato e reinventato. Rielaborato, ricostruito e a volte anche stravolto. Rievocato in ogni città d'Europa, attraverso feste, giostre, palii e grazie a memorie storiche secolari. È un tempo sospeso. Un sogno che abita in modo stabile nel nostro immaginario collettivo. Riemerge in appassionanti saghe televisive e in innumerevoli films. Ispira videogiochi e fumetti, musiche e canzoni. E condiziona perfino i nuovi linguaggi della politica. Questo "Medioevo dopo il Medioevo", vagheggiato e idealizzato già nel corso di tutto l'Ottocento, influenza ancora oggi, in modo profondo, tutte le società occidentali: dall'arte alla politica, dal costume alle mode, dalla cultura di massa alla religione. Lo definisce una parola nuova: Medievalismo, che descrive la ricezione, l'utilizzo e la rappresentazione postmedievale dell'affascinante Età di mezzo. Una eterna miniera da cui vengono estratti di continuo modelli, esempi e identità.