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Cosa può sovvertire l'epoca in cui le emozioni governano il mondo? Ancor prima delle idee, bisogna recuperare gli uomini, i grandi assenti della contemporaneità. Non c'è più tempo da perdere. Soggiogati e contenti, incapaci di reagire, replicanti schiavi del profitto. E se il sovranismo, oltre le bagattelle e le vicende passeggere dei leader politici, fosse una via utile nel rispondere a questa domanda? Può spettare al sovranismo - forse - il compito di riequilibrare questa sciocca adolescenza? L'autore estende il significato di "sovranismo" e ritiene necessaria - al di là di ogni collocazione politica - la ricerca di una nuova integrità che sviluppi gli anticorpi alle follie del progresso, alla putrefazione degli individui in scatola e allo scenario infernale dell'uomo-folla. Ciò che serve - in questo contesto liquido, globale e virtuale - è la volontà di edificare l'uomo sovrano di sé stesso. L'uomo (necessario) del futuro. Con una critica di Vittorio Sgarbi.