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Il tema di questo lavoro non affronta le condizioni di vita dei detenuti, il percorso di espiazione dal senso di colpa originato dalla presenza del reato commesso; le pagine che seguiranno rappresentano semplicemente le voci di ricordi taciuti nel silenzio di giorni sempre uguali, custoditi nella propria memoria per permettere alla "coscienza infelice" di tornare ad essere protagonista di un sogno possibile. Sono il racconto di uomini dimenticati, prigionieri di un gioco invisibile ai più, in cui compaiono i frammenti di un passato-recente che li spinge a parlarsi, ad aprire un dialogo con sé e con la comunità che vive fuori, lontano da questo mondo sommerso. Anche le testimonianze ricevute dai giovani migranti che frequentano la nostra scuola, riproducono particelle di vita spesso rimosse e taciute per mantenere un equilibrio fragile e imperfetto. Da esse emergono situazioni ed esperienze complicate, difficili a dirsi, ma accompagnate da una solida volontà di poter cambiare il corso di un destino che sembra già scritto.