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Questo libro, il cui titolo riprende quello dell'ultimo scritto di Freud ("L'uomo Mosè e la religione monoteistica"), muove dall'ipotesi che, per confrontarsi con i problemi del mondo globalizzato e informatizzato, sia necessario interrogarsi sulle radici sacre dello stesso concetto di laicità, dalle quali deriva non solo la lunga tradizione religiosa cristiana, ma anche il moderno liberalismo, fondato sull'autonomia dell'etica dalla legge. Il primo laico, in effetti, è stato proprio Cristo. Se leggiamo le sue parole, anche se ci sono giunte solo negli scritti del Nuovo Testamento, che risalgono ad almeno sessant'anni dopo la sua morte, è evidente che questo predicatore vissuto in Palestina non intendeva fondare nessuna nuova teocrazia, ma distingueva radicalmente la sfera trascendente dell'eticità da quella della politica ("date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio"). Siamo lontanissimi, nelle sue parole, da ciò che invece avverrà tre secoli più tardi, quando il cristianesimo divenne la religione di Stato dell'Impero. Prefazione di Luciana La Stella.