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Perdere quel treno significò un cambio radicale del suo destino. Un banale temporale, un semplice evento atmosferico, aveva influito sulle sue scelte. Il dio Thor aveva scaricato tutta la sua potenza in quei venti minuti e da lì una serie di eventi a catena, incontrollabili, inaspettati... ineluttabili... avevano deciso che i sogni di un ragazzo di vent'anni dovevano cambiare per sempre. «Il destino mescola le carte e noi giochiamo» (A. Schopenhauer).