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Il 2020 è stato un anno duro, bisestile, con tutto il suo carico di superstizioni. La realtà di questi mesi non lo ha smentito. L'autore ha guardato le difficoltà del tempo presente con occhi che intendevano andare oltre o, forse, scavare più profondamente dentro di sé. I tre mesi di fermo, i successivi di preoccupazioni e misure d'emergenza, gli hanno fatto porre domande forti. Traendo spunti da Giacomo Leopardi, Alessandro D'Avenia, Marguerite Yourcenar, procedendo con i suoi propri ricordi, riflessioni, sguardi, Leoni compone un puzzle di racconti e testi di letture teatrali che scomodano, colpiscono, scuotono. Due i punti che emergono soprattutto: le figure di uomini come Thomas Becket, come il Monaco, come Yosef, e l'attenzione alla natura intesa come cosa creata che dietro di sé ha un Creatore.