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9 febbraio 1997 l'imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini, veniva liberato dopo ben 237 giorni di dura prigionia trascorsi nelle mani dei suoi sequestratori. Nella vicenda di quel sequestro, si inscrive il drammatico blitz dei Nocs che costò la vita all'Ispettore Samuele Donatoni, ma che, pure nell'alto tributo di sangue pagato, contribui a indebolire la banda, grazie alla cattura di quattro importanti esponenti della banda. A ricostruire la trama degli eventi è la voce dell'allora comandante dei Nocs, che in prima persona ha seguito l'intera vicenda e che è stato protagonista della notte di Riofreddo, avendo condotto tutte le operazioni legate al sequestro. La narrazione ha il ritmo serrato di un diario, scandito da una scarna sequenza di date; le date della memoria, ritenute significative dall'autore nel ripercorrere l'intensa attività di quei mesi, dal momento del rapimento, fino ai drammatici eventi del blitz e della cattura di Moro e dei suoi complici. Attraverso la sua testimonianza, l'autore rivendica una verità storica, ben lontana da ricostruzioni filmiche e congetturali, una verità per lungo tempo offuscata da tormentate vicende giudiziarie. Con il ricordo di Samuele Donatoni del giudice Giancarlo Caselli.