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Nel "De vulgari eloquentia" Dante paragonava con un'immagine ad effetto il volgare illustre, cioè la nuova lingua unitaria che molti in Italia cercavano ma non trovavano, alla mitica pantera profumata, bestia medievale che lasciava dietro di sé una scia odorosa ovunque, senza mai lasciarsi però catturare. Quel profumo ormai è diventato, dopo secoli, quello dell'attuale italiano, una lingua che ha avuto e continua ad avere una storia tanto lunga quanto controversa: un aroma che si percepisce nella sua identità e nelle sue diversità anche in autori ed artisti che forse neppure si sono resi conto di averne modificato in parte l'essenza, o che hanno cercato in molti di indagare ed investigare nella sua formula eterea, a volte solo istintivamente per analizzarlo, altre volte più coscientemente per cercare di fissarlo.