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Una raccolta di poesie che si sono trasformate nel corso del tempo in versi liberi da una vera e propria metrica ma con la rima a far da guida alle strofe. Nella prima parte "romana", è il dialetto romanesco, a volte moderato, a urlare forte nei confronti di una Roma odierna, difficile, incomprensibile, controversa, millenaria ma indefinitamente bella. Una Roma dalla quale tanto più te ne allontani, tanto più con forza centripeta ne sei attirato nei vortici e nei vicoli segreti. Questo sistema di irraggiamento da e verso la città eterna ha dato inizio a questo peregrinare di parole. Da qui nasce la seconda parte del libro che mi piace definire "italica" che ripercorre emozioni e stati d'animo in giro per l'Italia e a ben guardare in giro per un'Italia antica, arroccata nei borghi. Un diario di bordo che si estende a tutto lo "Stivale" e per ovvie ragioni storiche, si trasforma in un "diario di borgo".