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Maggini ha la capacità di ricucire, entro una unica topografia, al tempo stesso spaziale e sentimentale, luoghi dalla evidente e indiscussa vocazione monumentale e patrimoniale con le viuzze più popolari, gli antri più nascosti, anonimi. Ed ecco così che accanto a «stemme d'illustre casate», a «palazzette riccamate di 'ntatta bellezza» troviamo, in una contiguità che non è soltanto spaziale, quelle «fontane petteguele» ("'N po' di Viterbo"), luogo della vita quotidiana, degli amori, che sono «di Viterbo onore e vanto» ("Funtane e funtanelle"). È tutto un unico paese, quello cantato e narrato da Maggini. Il paese è Viterbo.