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Un testo fondamentale, dedicato al rapporto tra musica e rivoluzione e che muove dall'ideale della musica quale espressione dell'armonia del mondo. Come già sapeva Platone, la musica può anche essere piegata ad usi innaturali, affinché manifesti e diffonda la disarmonia, la dissonanza e quindi la "rivoluzione". Ed è ciò che accadde quando Wagner e Nietzsche impegnarono il dramma musicale nella causa della rivoluzione dionisiaca, causando una vera e propria catastrofe. La musica rock sarebbe stata poi eletta a "medium" adatto a propiziare quei cambiamenti di mentalità che erano stati ardentemente sognati dalle élite sedotte dai nuovi ritmi musicali introdotti in particolar modo negli Stati Uniti dove, agli inizi del XX° secolo, ha luogo la corruzione dell'alta società atlantica (bostoniana) attraverso il primo jazz e i suoi ritmi lascivi, di cui Nietzsche fu in qualche modo ispiratore e scopritore. "Il ritorno di Dioniso" è dunque uno studio sull'ideologia rivoluzionaria di coloro che raccolsero l'eredità di Wagner e Nietzsche, come Schönberg, Adorno, Thomas Mann, Aleister Crowley, e il rock degli anni '60, da Charles Manson a Mick Jagger, per arrivare fino ai nostri giorni.