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Rispetto a una tendenza che spinge il progetto in una dimensione sempre più tecnica, che lo vuole da un lato sciolto nella liquidità dei sistemi digitali, dall'altro funzionale a stringenti logiche di mercato, così che si configuri come "prodotto", destinato a rispondere al pari degli altri beni di consumo a una domanda complessa e diversificata, la lezione di un maestro dell'architettura come O.M. Ungers risulta quanto mai attuale [...] Ungers è un tedesco e come tale incarna una duplice dimensione, da un lato quella della ragione, la ragione dei filosofi, del pragmatismo industriale ed economico, e la ragione dell'oggettività bauhaussiana, dall'altro la dimensione della "passione", la passione del Romanticismo, del dionisiaco nietzschiano. Questa duplicità, la coincidentia oppositorum di Nicola Cusano, non diventa mai conflitto, è il luogo in cui tesi e antitesi coincidono, in cui la varietà convive nell'unità, cosicché se vi è un'identità della cultura occidentale essa consiste per Ungers nella sua capacità di fondarsi sul molteplice, sul superamento dei contrari in una «unità complementare». Se la cultura occidentale passa anche attraverso le sue città, il loro essere palinsesto, continuo sovrapporsi di strati differenti, risulta ancora necessaria una riflessione in ambito architettonico su quel periodo della cultura progettuale che ha accomunato due contesti tanto nevralgici, come quello italiano e quello tedesco, che affrontarono per la prima volta, dopo il Moderno, il problema della città come fenomeno essenzialmente umano e culturale. Tanto più che la città oggi pone ancora problemi da risolvere, ai quali l'attuale progetto sembra rispondere con eccessiva debolezza di fronte alla velocità con la quale agiscono i processi finanziari che innescano le maggiori trasformazioni delle realtà urbane. La città, come Ungers ci mostra, vive nella tensione tra gli opposti, tra globale e locale, tra istanze di recupero e di innovazione tecnologica, tra ecologismo e sviluppo, isolamento e condivisione comunitaria dello spazio, una molteplicità che è essa stessa materia e occasione di progetto.