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La monografia di Marco Di Branco va a dimostrare la relazione esistente tra la storiografia greco-romana e quella islamica. La sua indagine, finalizzata innanzitutto a contestualizzare la nascente storiografia islamica nel mondo delle cronache tardoantiche e protobizantine, evita qualsiasi facile tentazione di "continuismo" e individua nelle opere cronografiche di Giovanni Malala e dei successivi autori di espressione siriaca un modello e un approccio in sostanza simili a quelli riscontrabili in àmbito islamico. Il volume, che rivolge la sua attenzione non solo ai primi storiografi musulmani, ai grandi autori delle cronache universali (un nome fra tutti: at-Tabarî) e agli storici arabi di Persia, ma anche alle opere storiche dell'Occidente islamico, rappresenta un'ampia e completa presentazione della visione della Grecia e di Roma antiche in terra d'Islâm. Per tal modo, la Grecia e Roma diventano anche uno strumento nelle mani del moderno studioso per individuare il "filo rosso" che lega dunque la storiografia islamica alle tradizioni precedenti, al di là di qualsiasi inconsistente ipotesi di continuità o di rottura.